Sabato pomeriggio milanese, due amiche Anna e Elena, passeggiando e facendo shopping per via Torino a Milano, si sono imbattute in una piccola viuzza, hanno deciso di imboccarla e sono così spuntate in piazza Sant’Alessandro e sono rimaste estasiate dalla bellezza della chiesa omonima. È bastato uno sguardo tra loro per decidere di entrare.
Una volta dentro sono state accolte da Katia e Luca, volontari della via della Bellezza , che le hanno condotte alla scoperta di sant’Alessandro in Zebedia. Rimaste estasiate dalla bellezza della chiesa e dagli spunti ricevuti, hanno cominciato a fare delle domande…
Anna: Raccontateci un po’ chi ha avuto l’idea della via della Bellezza?
Katia: Il progetto è nato ispirandosi alle parole di Papa Francesco contenute nell’Evangelii Gaudium (n. 167 e 168), dove ricorda che «è bene che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla “via della bellezza”», in quanto “tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. [...ed] È auspicabile che ogni Chiesa particolare promuova l’uso delle arti nella sua opera evangelizzatrice” affinché i giovani cristiani vengano percepiti per quello che sono “gioiosi messaggeri di proposte alte, custodi del bene e della bellezza che risplendono in una vita fedele al Vangelo”.
Nel concreto poi il percorso è stato ideato ed organizzato dagli uffici di Pastorale Giovanile e di Pastorale Universitaria delle Diocesi della Lombardia per il tramite di ODL (Oratori Diocesi Lombarde) e con il contributo di Regione Lombardia. L’obiettivo del progetto quindi è quello di rendere i giovani studenti protagonisti nel divulgare, attraverso il patrimonio artistico, il messaggio evangelico che l’arte sacra racconta.
Elena: Ma in cosa consiste esattamente?
Luca: Beh Martina, innanzitutto noi giovani che abbiamo deciso di aderire, ed eravamo in tanti, circa 150, abbiamo seguito un corso di formazione generale: sette lezioni da novembre a dicembre 2020, guidate da docenti dell’Università Statale di Milano e da sacerdoti esperti della materia e impreziosite anche dalla testimonianza di giovani artisti.
Per coloro poi che hanno deciso di prestare servizio come guide nelle chiese, come me, si è aggiunto in separata sede un approfondimento sull'aspetto prettamente spirituale, che è l’anima del progetto e infine una lezione specifica sulla chiesa dove poi avrei svolto il mio servizio.
Katia: Esatto, e dopo tutta questa formazione ci è stato finalmente affidato il compito di introdurre visitatori sporadici e gruppi alla scoperta del patrimonio di bellezza che il passato ci ha regalato e continua a regalarci quotidianamente e che l’abitudine rischia di far passare inosservato.
Anna: E come mai avete deciso di partecipare, se posso chiedere?
Katia: Vedi Giorgia, questa iniziativa è stata un’occasione per me di introduzione al lavoro e integrazione del mio percorso di fede.
Luca: Per me, invece, è stata un’esperienza di formazione, che ha arricchito il loro bagaglio culturale e il mio percorso di studi.
Elena: Sembra davvero un bel progetto, vorrei tanto partecipare anch'io, si può?
Katia: Certamente, visto il grande successo della prima edizione, si è deciso di realizzarne una seconda: il corso di formazione si svolgerà tra febbraio e aprile, e sarà possibile scegliese se aderire al progetto regionale o a quello diocesano, o a entrambi. Sarà possibile iscriversi a partire da gennaio, accedendo al sito della pastorale giovanile.
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