23 ottobre 2021- Sant’Ambrogio
Milano. Ragazzi e giovani che arrivano a frotte, con i loro “don”, gli
educatori e le educatrici degli oratori. L’aria che si respira è aria di
solennità: i ragazzi sanno che stanno per vivere un momento speciale della loro
vita, un rito di passaggio, l’inizio di qualcosa di nuovo, di bello e di
impegnativo. Arriva anche l’Arcivescovo Mario arriva che saluta i giovani
lasciando intuire il suo sorriso dietro la mascherina. La “Redditio Symboli”
può cominciare. La veglia è breve: il rito della luce, la lettura del vangelo,
i canti, la commemorazione del battesimo, con l’Arcivescovo che asperge
l’assemblea con l’acqua santa e poi il gesto più atteso: la consegna della
Regola di vita nelle mani del vescovo Mario, di mons. Mario Antonelli (vicario
di Settore) e di don Luciano Angaroni (Zona V-Monza). Prima della benedizione
finale, c’è ancora tempo per un pensiero dell’Arcivescovo che dice,
rivolgendosi direttamente ai ragazzi: «Vi auguro che […] ognuno di voi possa
irradiare il bene, il bello e il desiderio di gioia che è in voi. Per questo vi
benedico, vi ringrazio e vi raccomando di avere occhi che siano capaci di
incantare, di commuoversi e di aspettare l’angelo di Dio che viene per una
nuova annunciazione».
Ma ora lasciamo parlare i protagonisti della giornata, queste sono le parole che ha usato Luca Colzoni durante la Veglia
Missionaria per descrivere cosa sia la Regola di vita e come lui abbia deciso
di accogliere fare sua la Redditio Symboli:
«Ciao a tutti, mi chiamo Luca, ho 19 anni e vengo dalla parrocchia di Santa Valeria di Seregno. Al termine del percorso diciottenni è stato proposto a me e altri miei coetanei di scrivere la nostra personale Regola di vita. Inizialmente non ho dato molta importanza alla proposta credendo che non mi potesse aiutare. Poi però mi sono fidato e ho deciso di provare a scriverla e man mano che lo facevo capivo il vero senso della proposta che mi è stata fatta.
In questa veglia, guardando a chi parte per andare lontano ad annunciare il Vangelo, la mia scelta mi sembra piccola ma capisco che è quello che ora posso fare e che adesso mi viene chiesto […].
Grazie alla Regola di vita sono così riuscito a riflettere su me stesso in modo nuovo, a iniziare dare ordine e forma alla mia vita, a pormi obiettivi e a stabilire dei punti fermi. In poche parole, mi pare che questo strumento della Regola abbia contribuito non poco ad aiutarmi a educare la mia libertà e personalizzare la mia fede.
Voglio concludere con una citazione di Timothy Radcliffe che ci è stata proposta in un incontro in preparazione alla stesura della Regola: «La Regola sta alla vita umana come il ritmo alla musica: intuendo la misura, ordina la bellezza». In fondo già ora riconosco che la scelta di darsi una Regola è un percorso di libertà matura e di vera bellezza. Con questa convinzione oggi ho consegnato la mia Regola nelle mani dell’Arcivescovo, perché so di poter camminare nella fede solo respirando a pieni polmoni la comunione nella Chiesa»
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