Ad un mese dalla fine dell’esperienza sulla “Via della Bellezza” tracciata seguendo i passi del genio di Giotto con la mostra itinerante “La Cappella degli Scrovegni. Il Vangelo secondo Giotto” curata da R. Filippetti e allestita presso la Cappella dell’Università Statale di Milano, ecco alcuni pensieri di chi si è reso protagonista: tre giovani che hanno proposto visite guidate per mostrare la Bellezza dispiegata e raccontata negli affreschi lì riprodotti.
Daria (21 anni)
È veramente complicato scegliere quale dei mille dettagli di Giotto raccontare o di quale incontro parlare... Lo spettro è veramente troppo ampio, ma forse, tra i tanti volti che più ricordo, c'è quello di Giuseppe - ragazzino di seconda media - uno di quei ragazzi che non sa né dove si trova né perché sia lì, ma sa con certezza che è in gita e quindi può provare a farsi notare un po' più facilmente. Invece, il suo "fare casino" è rimasto solo un desiderio, non perché qualcuno l'ha zittito ma, al contrario, perché è stato anche lui travolto dalla bellezza della Cappella degli Scrovegni e in particolare dai significati nascosti.
La sua classe è arrivata senza aver prenotato e catturare la loro attenzione non è stato per niente semplice. Ho deciso comunque di raccontare una delle immagini secondo me più profonde: la Visitazione. Ho qui sottolineando il particolare del cuore incompleto delle due aureole, che termina con le braccia di Maria ed Elisabetta. Cuore incompleto perché quel centimetro di spazio - mi piace pensare - è il passo che devi fare tu nella relazione con il Signore, con tutti i tuoi amici o con chi hai vicino. Questo affinché si possa vivere un rapporto davvero autentico e pieno. È quel passo che ti porta ad incontrare, ad ascoltare, a capire, ad amare l'altro.
Nel complesso della Cappella è bello poi far notare altri due cuori nascosti, ma questa volta completi: quello della scena del bacio fra Anna e Gioacchino e quello nella Deposizione di Cristo fra Gesù e sua madre. E proprio Giuseppe, che temevo stesse pensando ad un nuovo modo di dar fastidio al suo amico, improvvisamente esclama: "Ma guarda anche quello è un cuore!". Eravamo davanti all'Adorazione dei Magi e non avevo fatto notare quell'amore così evidente rappresentato anche dalle aureole unite di Maria e Giuseppe... che ricordano proprio la forma del cuore! E proprio lui ha anche aggiunto che il cuore rappresentava Gesù bambino ovvero l'inizio di un Amore più grande e che in qualche modo si collegava al cuore della Deposizione. Ed effettivamente è così: come un cerchio, questo amore inizia dalla capanna di Betlemme e trionfa sulla croce, rappresentata sulla parete opposta. Ma questo cerchio riguarda anche noi: è l'amore eterno che da sempre unisce e per sempre ci unirà agli altri e a Lui. È una promessa che, anche di fronte al male apparentemente insormontabile come la morte, c'è e ci dà speranza.
Io sono stata travolta dalla purezza e semplicità degli occhi di Giuseppe, ma forse ancora di più del suo cuore che è riuscito ad illuminare e cambiare anche il mio sguardo. Ancora una volta un incontro casuale e apparentemente insignificante mi ha lasciato più di quello che potessi mai aspettarmi.
La bellezza dell'arte continui a illuminarci e farci incontrare, fra di noi, con gli altri e con l'amore di Dio e possa essere sempre strumento per riscoprire la nostra fede.
Sofia (20 anni)
Quest'esperienza mi ha permesso di conoscere un'iniziativa molto interessante, ovvero la "Via della Bellezza". Si tratta di un percorso ideato dalla Pastorale Giovanile di Milano che permette ai giovani di "diventare" una vera e propria guida in alcune chiese di Milano. Da poco ne faccio parte anche io e sono entusiasta di iniziare!
Sofia (19 anni)
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